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Uffa di nuovo la muffa!

Soluzione semplice e definitiva

L’inverno è ormai passato e come ogni anno si è ripresentata all’interno di casa vostra la muffa; in bagno, in camera da letto, in cucina, oppure altre stanze . Nei prossimi mesi vi tocca nuovamente chiamare l’imbianchino per ritinteggiare, con  tutto ciò che ne consegue, polvere, teli e ripulire tutto. La domanda che vi ponete è sempre la stessa: perché la muffa si ripresenta puntualmente e come posso eliminarla definitivamente? Ammetto che l'argomento è complesso, ma come al solito affinchè sia comprensibile, sopratutto ai non addetti, eviterò il più possibile tecnicismi, quindi spero di riuscire nell’intento e che possa rispondere alla vostra domanda.

Perchè si forma la muffa

Vediamo innanzitutto di capire perché si forma la muffa. Molti attribuiscono il fenomeno al fatto che le pareti non respirano più. Niente di più sbagliato! Le pareti non respirano e mai hanno respirato. La muffa è una conseguenza della condensa superficiale che si genera in “particolari” condizioni e punti delle pareti che confinano con l’esterno e di solito poco arieggiate. Su questi punti il flusso termico è maggiore, tecnicamente si chiamano  ponti termici, che si dividono in due tipi:

  1. Il primo è legato alla forma dell’involucro del vano, come la variazione della geometria, per esempio in corrispondenza degli angoli, come le giunzione tra soffitto e parete o tra pavimento e parete oppure tra parete e parete, altro punto critico è in corrispondenza dell’infisso;
  2. Il secondo è legato alla struttura o meglio alla disomogeneità del materiale che compone la parete o solaio. Tipico fenomeno nelle strutture intelaiate in cemento armato e pareti in laterizio. Per esempio le giunzioni tra pilastri o travi e parete in laterizi. Nulla toglie che nello stesso punto possono coincidere entrambe le tipologie di ponte termico.

Ora vediamo come fa a generasi il ponte termico. A questo punto sono chiare due cose: la prima è che in  corrispondenza del ponte termico aumenta la portata del flusso termico verso l’esterno, quindi aumenta la dispersione termica. La seconda è che in corrispondenza del ponte termico si abbassa la temperatura superficiale della parete interna. Resta da considerare un altro elemento che è fondamentale; questo è l’umidità o meglio il vapore acqueo all’interno di casa (normale se la casa è abitata). Ora se il vapore acqueo entra in contatto con il ponte termico, che è più freddo del resto della parete, si forma la condensa superficiale. Dalla condensa alla muffa la strada è breve.

Quali rimedi

Il mercato offre diverse soluzioni come pitture miracolose che dovrebbero risolve definitivamente il problema, ma niente di più inefficace, prima o poi si ripresenterà. Lo stesso succede con l’utilizzo di deumidificatori o ventilatori. La soluzione sicura e definitiva è quella di correggere il ponte termico. Bisogna posare sul ponte termico, lato interno o esterno, uno strato d’isolante in modo da limitare il flusso termico ed evitare che la temperatura superficiale si abbassi particolarmente.

Chiaramente, affinché l’intervento possa essere effettuato con la certezza di risolvere definitivamente il problema, deve essere elaborato secondo la norma UNI TS 11300-1:2014  specifica le norme per il calcolo dei ponti termici, le norme UNI EN ISO 10211:2008 e UNI EN ISO 14683:2008 specifica le modalità di calcolo. Questo cosa significa, che per risolvere il problema è meglio non improvvisare. Per prima cosa è fondamentale effettuare un’analisi termografia della parete con termo camera, in modo da individuare con certezza la dimensione del ponte termico; e per secondo con un software simulatore elaborare la soluzione più indicata facendo le opportune verifiche. Nell'immagine accanto un esempio di calcolo e simulazione di correzione di ponte termico con software specifico, vediamo che in questo caso con un isolante posto all'esterno della parete si risolve il problema. Nelle foto fatte con termocamere si vedono chiaramente i punti critici (il colore tendente al rosso  indica la maggiore dispersione). Nella prima si distingue l’intelaiatura in cemento armato (travi, pilastri, solaio). Nella seconda è riferita ad un solaio e si distinguono chiaramente i travetti in cemento armato dalle pignatte in laterizio e la trave.

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Effetti negativi causati dai ponti termici

Gli aspetti negativi sono diversi:

  • Dispersione termica, conseguente consumo di combustile (l’incremento di consumo potrebbe raggiungere ed in alcuni casi superare il 20% in più);
  • Riduzione del comfort termico dovuto alla differenza di temperature tra parete e ponte termico;
  • Aspetti igienici e sanitari. La muffa potrebbe provocare allergie, infezioni delle vie respiratorie, dermatiti, ed altri problemi.

Facendo riferimento agli articoli precedenti questa tipologia d'intervento potrebbe usufruire delle detrazione fiscali previste dalla legge finanziaria 2018.

Spero che questo mio piccolo contributo sia stato di vostro gradimento ed utilità.

Chi volesse effettuare un’analisi mediante termo camera, oppure chiarimenti può contattarmi senza impegno.

Grazie per l’attenzione

Pio Caracciolo CEE (DPR 75/2013)

Certificatore e Consulente Energetico - Progettazione - APE -  Diagnosi energetiche - San Marco Argentano, Cosenza, Calabria

 

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